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martedì 10 ottobre 2017

Situazione ferroviaria insostenibile in Sicilia

Rete Ferroviaria Italiana, gestore delle infrastrutture ferroviarie, in quest’ultimo mese e mezzo ha procurato e sta procurando enormi disagi e ritardi insostenibili alla circolazione dei treni. Nel mese di settembre sono stati, circa, 15 i giorni di interruzioni per problemi più svariati che hanno rallentano e paralizzato la circolazione. In appena 10 giorni del mese di ottobre sono già 7 i giorni con disagi e problemi alla circolazione. Questi disagi, una volta rari, sono diventati quasi la normalità in Sicilia. Chiediamo l’intervento del Ministero dei trasporti, del Dipartimento dei trasporti regionale, dell’Autorità regolazione trasporti, della Procura per la tutela dell’utenza pendolare, dei viaggiatori occasionali, dell’impresa ferroviaria che gestisce il trasporto ferroviario e per garantire e rispettare un servizio di trasporto pubblico efficiente ed efficace.
Vista la nostra premessa, ci fanno indignare le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, Renato Mazzoncini, che dichiara di voler costruire il Ponte sullo Stretto e dei fantomatici 10 miliardi di euro stanziati per gli investimenti in Sicilia per il triangolo Messina, Catania, Palermo che stiamo aspettando da almeno 15 anni. L’eventuale ma remota costruzione del Ponte sullo Stretto, non può e non deve procrastinare l’intero sviluppo infrastrutturale della Sicilia che è ancora fermo all’Unità d’Italia.
L’Ad Mazzoncini, il ministro Delrio e l’Autorità regolazione trasporti, spediscano urgentemente in Sicilia degli ispettori per verificare quanto sta accadendo nella gestione della rete ferroviaria siciliana visti gli enormi e frequenti disservizi di questi ultimi mesi.  

Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

martedì 30 agosto 2016

Infrastrutture: la storia infinita della Palermo-Catania e della Messina-Catania

Catania. Alle ulteriori promesse e dichiarazioni del ministro Delrio: "Subito le linee ferroviarie Pa-Me e Me-Ct" non sarebbe opportuno dare gli importi finanziati per il la realizzazione definitiva di queste opere? La storia infinita di due infrastrutture importanti per l'Isola. Da almeno 40 anni si parla del raddoppio della Messina-Catania nel tratto che va da Giampilieri sino a Fiumefreddo di Sicilia, 42 km di ferrovia ad un solo binario anche se elettrificato. Nel 2005 il Cipe aveva con la delibera 62 dato il via al finanziamento di questo importante raddoppio ferroviario ma oltre agli studi di fattibilità ed alle varie progettazioni nulla di fatto. Un'opera che rientrava nel PIS (Piano Interventi Strategici) mai realizzata e che aveva un finanziamento di 1.970 milioni di euro scomparsi del tutto a fine 2011. Nella riprogrammazione attuale la stessa opera necessita di 2.200 milioni di euro e finanziati solo 46 milioni per la progettazione.
Per quanto riguarda la Palermo-Catania, per quello che ci risulta, il solo importo finanziato è di circa 823 milioni di euro e prevede il tratto Catania Bicocca-Catenanuova. In quasi tutte le occasioni si impiegano fiumi di parole e di inchiostro su queste due infrastrutture importanti ma di concreto non si vede nulla. Alle ulteriori promesse e dichiarazioni del ministro Delrio: "Subito le linee ferroviarie Pa-Me e Me-Ct" non sarebbe opportuno dare gli importi finanziati per la realizzazione definitiva di queste opere? Non è possibile ogni qualvolta cavalcare queste opere che non possono essere realizzate di certo sui giornali e nei Tg ma con finanziamenti certi e definiti che la gente deve conoscere. La invitiamo signor Ministro a comunicare ai Siciliani, su queste due opere importanti, gli importi già finanziati a completamento delle stesse. Grazie per l'opportunità.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

giovedì 30 luglio 2015

Continuità territoriale: Dal 1° gennaio 2016 valige in spalla per traghettare anche se viaggi col treno.

L’assessore Pizzo: «Dipende dallo Stato» ma Delrio si rifiuta di rispondere
La visita del ministro Delrio a Catania è stata l’occasione per parlare di infrastrutture e di trasporti non solo con il più alto esponente nazionale nel settore ma anche con l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Giovanni Pizzo. L’occasione è stata ghiotta per mettere il dito su una ferita che ancora non si vede ma che per la quale la Sicilia e i Siciliani potrebbero sentire dolore già dal 1° gennaio 2016. Stiamo parlando della continuità territoriale fortemente a rischio con la mancanza dei collegamenti ferroviari Nord-Sud. Dalle risposte dell’assessore Pizzo e dall’assoluta non risposta del ministro Delrio, che per due volte si è rifiutato di rispondere (la prima per indirizzarci all’assessore regionale, la seconda volta perché “nessuna domanda mi era stata fatta” ha dichiarato, a dispetto delle registrazioni) non è difficile immaginare che i timori, da tempo denunciati dal Comitato Pendolari Siciliani tramite il suo presidente, Giosuè Malaponti, non sono poi così peregrini. Giusto per precisare ciò che si paventa è il dover percorrere a piedi, con valige al seguito, i tratti compresi tra la stazione e il traghetto (in discesa e in salita) e ovviamente lo traghetto stesso. Una vera innovazione nel campo dei trasporti e dei servizi che riporta più all’epoca dei Gattopardi che all’asse del Corridoio Berlino-Palermo-Malta.
Assessore Pizzo i collegamenti nord-sud potrebbero essere messi a rischio dal nuovo contratto di servizio che la Regione dovrebbe firmare con Trenitalia.
«Il contratto di servizio che firmerà la Regione riguarderà solamente i collegamenti interni. Non riguarderanno i collegamenti a lunga percorrenza per quelli il contratto lo fa lo Stato. Il contratto di servizio che verrà stipulato dalla Regione è solo per le tratte interne».
Ma come si affronterà il problema? La gente dovrà scendere a Messina o a Villa con le valigie, traghettare a piedi e raggiungere la stazione. Sempre a piedi…
«Questa vicenda è stata vista sul piano tecnico. Non si è ancora arrivati agli investimenti necessari anche per un’ipotesi di questo genere che è impraticabile. Teoricamente bisognerebbe investire su tutta una serie di sistemi modali dentro le stazioni. Sia in quelle in discesa, sia in quelle in salita e aumentare i servizi organizzati. Ma ancora questa scelta non è stata fatta né da parte del gruppo FFSS né da parte dello Stato che fa il contratto di servizio».
Quindi i passeggeri da gennaio 2016 dovranno traghettare a piedi pur avendo pagato un biglietto treno che li dovrebbe portare a destinazione?
Non c’è questa ipotesi visto che ancora il contratto non è stato firmato. Né questo né altri contratti di lunga percorrenza. Il problema non è residuale. Su quei contratti verranno decise le modalità. L’ipotesi di spezzare il collegamento è tecnica. L’altra è capire – investimenti permettendo – se è il caso di utilizzare una nave che possa contenere un treno senza spezzarlo. Perché la rottura di carico dura due ore. È questo il problema dello Stretto quando c’è mare buono, se poi il mare è grosso i tempi si allungano ancora di più. Trovare altri sistemi vuol dire approntare tapis roulant, scale mobili, elevatori. Insomma occorre l’approntamento di un servizio che ancora non è partito. E se non parte non si può modificare. È un buon servizio andare a Roma in 11 ore? Secondo me sono troppe».
Assessore in questo momento noi impieghiamo tre ore per andare da Catania a Palermo e gli orari non vengono rispettati…
«Il problema è un altro. Il treno che può entrare in Sicilia è un treno di un certo tipo. Infatti i messinesi non salgono in treno a Messina ma traghettano e prendono il Freccia Argento a Villa. Un treno che non può essere spezzato e che quindi non può traghettare in Sicilia. Così facendo i messinesi arrivano a Roma in poche ore. Da un lato quindi noi vogliamo mantenere ciò che abbiamo, però andiamo a prendere il Freccia Argento a Villa. Lo scarto è di sette ore contro quattro».
È normale che la Sicilia deve tenersi collegamenti da terzo mondo? Perché non si fa il raddoppio ferroviario?
«Non è normale, ma per mettere un Freccia Argento – non oso neanche pensare a un Freccia Rossa ha commentato Pizzo – bisogna portarlo in Sicilia. Il raddoppio si farà nella parte di investimenti di 4 miliardi e tre di cui ha parlato il ministro, con la programmazione in parte fornita dallo Stato e in parte dalla programmazione comunitaria. Penso che verrà firmato l’accordo di programma tra il 10 e il 12 agosto. E quindi partiranno i progetti che avranno capacità esecutiva in quel momento, tra cui quelli ferroviari». 

Monica Adorno Continua a leggere...
Fonte: http://www.leggimionline.it/2015/07/30/17024/