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giovedì 24 ottobre 2013

Moretti: “Milano - Venezia e Napoli - Bari le opere più importanti da completare

L’AD di FS Italiane è intervenuto a Venezia nel corso del convegno di Sipotra Le priorità per la politica dei trasporti. La logica per investire nei trasporti deve essere quella che si fa solo quello che dà risultati migliori
“L’opera più importante da completare è la Milano - Venezia e, a Sud, la Napoli - Bari”. Lo ha detto a Venezia Mauro Moretti nel corso del convegno Le priorità per la politica dei trasporti di Sipotra, Società italiana di politica dei trasporti,.
Nel suo intervento l’AD di FS Italiane ha auspicato che “per le opere fondamentali non vadano polverizzati i finanziamenti europei disponibili. In paesi di 600 abitanti - ha proseguito - non è possibile fare fermate ferroviarie, come non è pensabile collegare con il treno tutti gli aeroporti italiani”.
Rispondendo sul problema del sovraffollamento dei treni, il numero uno di Ferrovie ha ricordato che “occorrono più risorse, perché i convogli sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma soltanto garantire la massima efficienza. Ci vuole inoltre una programmazione omogenea delle linee, anche se occorre tempo per i servizi a medio - lungo termine”.
Moretti ha proseguito dicendo che negli investimenti per i trasporti la logica deve essere quella che “si fa solo quello che dà risultati migliori per rilanciare il sistema dei trasporti”. Il top manager ha quindi affermato di aspettarsi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti, e che questa abbia la forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci”.
L’AD di FS Italiane ha sottolineato, infine, che per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti nel Paese “bisogna recuperare quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto - ha chiesto retoricamente alla platea di imprenditori - stanno in piedi oggi in Italia? Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo - ha concluso - perché altrimenti non sta in piedi niente”.
Venezia, 21 ottobre 2013 - A.G. Fonte: Fsnews

sabato 2 marzo 2013

Trasporti. La Regione ha sottoscritto ieri a Roma il Contratto istituzionale di sviluppo Prima tranche dei 5 per modernizzare le linee Messina-Catania-Palermo

Palermo. Piovono subito sull'Isola 2,4 miliardi di euro per modernizzare la rete ferroviaria siciliana. La Regione ha sottoscritto ieri il Cis, Contratto istituzionale di sviluppo, con investimenti totali per 5 miliardi di euro sulla direttrice ferroviaria "Messina-Catania-Palermo": la seconda metà della somma è da reperire. L'accordo è stato siglato ieri a Roma dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, dai ministri per la Coesione territoriale e dei Trasporti, Fabrizio Barca e Corrado Passera, e dagli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e di Rfi, Mauro Moretti e Michele Mario Elia.
L'Isola, così, avrà finalmente ferrovie più veloci. «L'obiettivo - ha spiegato il ministro Barca - è potenziare un servizio che oggi in Sicilia non è normale, non è civile e non è europeo». Per non parlare del trasporto locale tra Catania e Palermo che «è assolutamente insostenibile: c'è un solo treno al giorno con il quale si viaggia in 2 ore e 45 minuti, mentre gli altri impiegano 4 ore. Con questi tempi - ha aggiunto - non si può definire una "ferrovia di servizio". Oggi la situazione del trasporto pubblico locale tra Catania e Palermo - ha detto Barca - è assolutamente insufficiente».
Il Contratto, nello specifico, interessa 5 macro-interventi per un totale di 14 opere, per le quali, a fronte di ! un costo complessivo di 5.106,1 milioni di euro, «oggi - ha aggiunto Passera - sul tavolo ce ne sono già 2.426».
Questi gli interventi: lungo la Messina-Catania (valore investimenti: 383,8 milioni di euro) è prevista la progettazione del raddoppio della tratta "Giampilieri-Fiumefreddo" (che resta ancora da coprire finanziariamente). Per il nodo di Catania, verrà completato il raddoppio dei binari nella tratta "Catania Ognina-Centrale", progettato l'interramento della stazione centrale e realizzato il raddoppio del bivio "Zurria-Acquicella". Sulla Catania-Palermo (investimenti per 823,4 milioni di euro) verranno raddoppiati i binari nelle tratte "Bicocca-Motta-Catenanuova" e "Catenanuova-Raddusa-Agira", al fine di raggiungere una velocità da 200 km/h e di consentire una crescita nella frequenza dei collegamenti. Per la tratta "Raddusa-Enna-Fiumetorto" è tutto da vedere. È prevista la tempestiva realizzazione di uno studio di fattibilità, d'intesa con la Regione, per valutare 3 soluzioni alternative: la riqualificazione della linea ferroviaria esistente; la variante di tracciato Enna-Pollina-Castelbuono; oppure la variante di tracciato contigua all'autostrada Catania-Palermo. Infine, interventi tecnologici lungo le linee Messina-Catania e Catania-Palermo, più la realizzazione del nodo di Palermo (da 1,2 miliardi di euro).
Soddisfatto dell'accordo Crocetta, che punta ancora più in alto: «Alle grandi opere genericamente sono contrario, ma per le ferrovie, che sono un problema serio, si fa un progetto col quale finalmente si possa arrivare dall'aeroporto di Catania a quello di Palermo rapidamente. Lo sviluppo dovrà coinvolgere anche le aree di Comiso, Siracusa, Gela, Agrigento e Trapani per favorire il turismo e lo sviluppo del Centro-Sud dell'Isola. Incassiamo questo risultato - conclude - ma guai se ci fermassimo: il problema del raccordo con l'aeroporto di Trapani si pone immediatamente».
Oggi, ha ribadito Passera, «mettiamo sul tavolo oltre 2 miliardi, il resto verrà».
Possono gioire i pendolari siciliani, anche se la strada è ancora lunga (fine lavori nel 2020). Il prossimo passo per rendere le ferrovie siciliane più «europee», dovrà essere la stipula del Contratto di servizio con Trenitalia.
Davide Guarcello
La Sicilia -
Venerdì 01 Marzo 2013 I FATTI Pagina 10 

martedì 15 marzo 2011

Il territorio e lo sviluppo, penalizzato dalle mancate infrastrutture (lettera alle Istituzioni)

In Sicilia si fa un gran parlare di ponte sullo Stretto e d’investimenti nel settore dei trasporti. Quante parole al vento! Intanto la realtà dei trasporti siciliani langue, emarginata e abbandonata, come se nulla fosse cambiato in tutti questi anni.

Perciò, una volta tanto, è meglio far parlare la realtà che non mente, anzi smentisce clamorosamente, i vari proclami, le varie svolte epocali e i fiumi di inchiostro e di parole della nostra classe politica regionale e nazionale. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto, o quasi, arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.

L’entrata in esercizio dell’Alta Velocità, ha alterato la percezione della reale situazione nella quale si trova oggi l’intero sistema ferroviario italiano ed in questo caso quello siciliano.Dal danno arrecato per la totale assenza di investimenti infrastrutturali, alla beffa per il continuo taglio di treni a lunga percorrenza tra nord-sud e del totale quasi abbandono delle merci.

Le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di dire che grazie all'Alta Velocità il Paese è più moderno ed avanzato. In questi ultimi anni quasi tutti gli investimenti sono stati fatti su pochi costosissimi progetti, anziché sulla capillarità della rete, penalizzando così il nostro territorio siciliano.

I siciliani, anch’essi cittadini italiani, sono stati costretti a subire da troppo tempo le conseguenze di questa condizione: mancanza di investimenti, nessun miglioramento del trasporto ferroviario, ritardi, soppressioni, aumenti tariffari e i continui e definitivi tagli del servizio offerto a media e lunga percorrenza, che ha finito di isolare la Sicilia dal resto del Continente “Italia”.

Premesso che:

il diritto alla continuità territoriale si colloca nell'ambito della garanzia, dell'uguaglianza dei cittadini e della coesione di natura economica e sociale e che deve tradursi nella capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti;

lo Stato deve farsi garante in concreto della continuità territoriale per un principio di equità e deve garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica, e quindi, in particolare di fronte allo svantaggio dell'insularità;

il servizio di trasporto è un servizio di interesse economico generale e si configura come elemento essenziale del diritto alla mobilità sancito dall'articolo 16 della Costituzione.

Fatte queste premesse, mi sembra giusto chiedere alla classe politica siciliana di conoscere quali sono state le richieste di intervento a tutela e salvaguardia della continuità territoriale e quindi del trasporto ferroviario regionale e del trasporto universale da e per il nord che, già in Sicilia, è del tutto inesistente o quasi?La situazione di cui sopra è pertanto inaccettabile per un Governo responsabile e attento, che non può e non deve assistere indifferente, ma ha l'obbligo di dare ai suoi cittadini, risposte concrete e tangibili.

Da sottolineare che le scelte fino ad ora attuate dalle Ferrovie dello Stato, rendono l'intero gruppo complice del ritardo dello sviluppo delle aree del Sud Italia e dell'accrescersi del divario con le regioni settentrionali e con il resto d'Europa, che sarà sempre più difficile colmare in futuro.

Un'azienda pubblica, di pubblico servizio, che dovrebbe fornire servizi di trasporto pubblico ai cittadini e che invece si considera sempre di più un'azienda privata e di mercato e che non ritiene un dovere prioritario quello di fornire il servizio universale. Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia sono due aziende di diritto privato ma, appartenente, di fatto, al Pubblico, e se è vero che la forma giuridica scelta ne impone, giustamente, il rispetto di parametri di efficienza e di efficacia, la sua Mission principale è tuttavia quella di erogare un servizio sociale a milioni di cittadini, e questo aspetto va sempre tenuto nella massima considerazione.

Difatti il Governo, nel suo ruolo di azionista unico del gruppo Ferrovie dello Stato e di decisore strategico, deve intervenire urgentemente ed in modo risolutivo per assicurare servizi di mobilità uniformi in tutto il territorio nazionale, compreso il territorio della Sicilia.

È compito della Stato rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (Artt. 3 e 16 della Costituzione).

Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

mercoledì 24 novembre 2010

I Ritardi Infrastrutturali in Sicilia

Nell'attesa che venga approvato il Piano per il Sud, il Cipe approva nella seduta del 18/11/2010, opere pubbliche per 21 miliardi di euro, ed il ministro Matteoli si dichiara soddisfatto perché in questa fase economica, questo ulteriore finanziamento per le infrastrutture, darà sicuramente un contributo allo sviluppo e all'occupazione. Le opere approvate e che possono essere avviate immediatamente sono solo per il centro nord e sono: il Terzo Valico de Giovi sull'asse Alta velocità Milano-Genova (6,2 mld); l'Av Milano-Verona tratto Brescia-Treviglio (3,8 mld); il Valico del Brennero (4,6 mld) e l'accesso alla galleria di base del Brennero nel tratto Fortezza-Verona (1,6 mld); la Torino-Lione - cunicolo esplorativo della Maddalena (143 milioni); la settima tranche del Mose di Venezia (230 milioni di euro) in tal modo si raggiungerà il 75% della realizzazione dell'intera opera; l'autostrada Pontina Roma-Latina (2,7 mld); la viabilità secondaria del primo lotto dell'autostrada Tirrenica da Rosignano a San Pietro in Palazzi (costo complessivo della Tirrenica 1,8 mld). Mentre per il centro sud approvati solo due interventi quali la piastra logistica di Taranto (33 milioni) e l'adeguamento ferroviario nell'ambito dell'area metropolitana di Bari (29 milioni di euro).
In un momento in cui tutti ottengono miliardi di euro per l'ammodernamento e la costruzione di nuove infrastrutture viarie e ferroviarie, i politici siciliani discutono ancora sull'arretratezza infrastrutturale siciliana.
Se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio alla scarsa attenzione che la politica regionale ha dedicato allo sviluppo infrastrutturale.
Non è possibile, che si punti l'indice nei confronti dello Stato, di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia, quando la politica siciliana in materia di trasporto e di infrastrutture, in questi ultimi quarant'anni, non ha prodotto nulla per cercare di diminuire il gap infrastrutturale fra nord e sud.
Ma le occasioni ci sono state!
Nell'ottobre 2001, veniva sottoscritto in Sicilia l'Accordo di Programma Quadro (APQ), tra Regione Siciliana (presidente Cuffaro) e Ministero dei Trasporti (On.Lunardi).
Nell'APQ venivano previsti importanti interventi ferroviari come si evince dagli allegati prospetti A e B
Prospetto A(miliardi di lire)
OGGETTO DELL'INTERVENTO
Soggetto responsabile
FINANZIAMENTI DISPONIBILI
Costo
"a finire"
stimato

(non finanziato)
1
2
3
4
5
6
Finanziamenti assegnati a FS S.p.A. con C.d.P. 1994-2000 e Addenda
L.388/2000 Finanziaria 2001
POR Sicilia
Del. CIPE 142/99 "Aree depresse"
Ex lege n.64/86 Del. CIPE 13.3.96
TOTALE(Importo interventi finanziati e previsti in APQ)
Direttrice Palermo-Messina (schede TFA11-TFA12-TFA13-TFA14)
FS
1.628,138
283,149
1.911,287
Direttrice Messina-Catania-Siracusa (schede TFA21-TFA22-TFA23) ivi compreso il nodo di Catania
FS
633,000
633,000
700,000
Nodo di Palermo (schede TFA31-TFA32)
FS
650,663
45,000
80,000
775,663
239,410
Linea Palermo-Agrigento (schede TFA41)
FS
270,000
270,000
Studio di fattibilità relativo al potenziamento delle linee regionali (scheda TFA51)
Regione Siciliana
3,000
3,000
TOTALE PROSPETTO A
2.911,801
283,149
270,000
48,000
80,000
3.592,950
939,410


Prospetto B (in miliardi di lire)
Interventi in ambito urbano
Costo complessivo
POR
Altre Risorse
Del. CIPE 142/99 "Aree depresse"
Prolungamento della linea metropolitana della F.C.E. nella tratta urbana di Catania (schede TFB11-TFB12-TFB13-TFB14-TFB15)
516
202
314
-
Chiusura dell'anello ferroviario di Palermo, linea Notarbartolo-Giachery-Centrale (scheda TFB21)
225,2
73
135,52
16,68
Realizzazione della MetroFerrovia di Messina (scheda TFB31)
73
-
-
73
TOTALE PROSPETTO B
814,2
275
449,52
89,68
E' lecito chiedersi, quali e quante di queste opere previste nell'APQ del 2001 sono state realizzate sino ad oggi?
Perché non è stato mai attuato il Piano Regionale dei Trasporti ed i quattro Piani Attuativi (Aereo-Marittimo-Stradale-Ferroviario) approvati nel lontano 2004?
Perché non è stato realizzato il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri seppur finanziato con 1970 milioni di euro dal lontano 2005 e, tra l'altro, inserito dal Governo nazionale nel Piano delle infrastrutture strategiche?
Perché in tutti questi mesi la Regione siciliana non ha voluto, viste le nostre tante richieste, incontrare i Comitati dei Pendolari Siciliani almeno per capire quali fossero le esigenze dei maggiori fruitori del trasporto ferroviario ed eventualmente inserirle nel Contratto di servizio?
Perché non è stato ancora sottoscritto il Contratto di Servizio, visto già l'avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione?
Queste, sono le domande alle quali la classe politica siciliana deve dare risposta ai Siciliani e all'arretratezza infrastrutturale della Sicilia.
L'ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, intervenuto a Palermo nel novembre 2009, alle "Giornate dell'Economia del Mezzogiorno", ha dichiarato:"I progetti per migliorare la qualità del sistema ferroviario siciliano ci sono ma quello che manca sono le risorse economiche", ed ancora «la Sicilia ha bisogno di un sistema di trasporti più efficiente ma i bisogni infrastrutturali sono così tanti che malgrado gli sforzi manca sempre qualcosa.
Stiamo completando il raddoppio della Messina-Palermo dove ci sono i finanziamenti e poi ci sono i progetti per fare ex novo la Palermo-Catania e per velocizzare e rafforzare la Messina-Catania-Siracusa dove, mettendo in atto tutto il nostro impegno e la nostra progettualità, mancano le risorse economiche».
Alla luce di queste dichiarazioni, cadono nel vuoto le affermazioni della politica regionale di questi ultimi mesi che puntavano l'indice nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana che non avevano progetti per lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia.
In considerazione di questi fatti, la classe politica regionale dovrebbe pretendere dal governo nazionale le risorse adeguate, affinché in tempi brevi, vengano finanziati questi progetti che le Ferrovie dello Stato dichiarano di avere pronti per lo sviluppo della Sicilia, opere certamente urgenti e necessarie a ridurre l'enorme divario infrastrutturale che attualmente esiste e che è evidente tra la Sicilia e il resto d'Italia.
Dal danno arrecato per la totale assenza di investimenti infrastrutturali, alla beffa per l'ulteriore taglio dei treni a lunga percorrenza tra nord-sud ed al paventato taglio di 50 treni al trasporto regionale che avverrà, quasi certamente, dal 12 dicembre 2010.
In conclusione, le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di affermare che grazie all'Alta Velocità il Paese è più moderno ed avanzato, ma in Sicilia non è proprio così.
Giosue Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani