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giovedì 10 luglio 2014

Treni sciopero sabato 12 e domenica 13 luglio 2014

Nuovo sciopero dei treni in programma dalle ore 21 di sabato 12 luglio alle 21 di domenica 13. L’agitazione è stata indetta dai sindacati O.S. CAT, O.S. CUB Trasporti e O.S. USB Lavoro Privato e coinvolge il personale di Gruppo Fsi, Ntv e Trenord.
Le Ferrovie delle Stato comunicano che le Freccie viaggeranno regolarmente e che per gli altri treni nazionali non si prevedono particolari ripercussioni. 
Saranno assicurati tutti i convogli elencati nell’apposita tabella dei treni previsti in caso di sciopero, ma non sono previste le fasce orarie di garanzie previste soltanto per i giorni feriali. 
Lo sciopero interessa anche il personale dei traghetti tra Messina e Villa San Giovanni: garantite sabato le corse 30 e 29 e domenica le corse 10, 9, 14 , 13, 16, 15, 22 e 21.

martedì 20 maggio 2014

Scioperi: fermo nel settore ferrovie 28 e 29 maggio

Nei prossimi giorni alcuni scioperi investiranno il settore ferroviario. Il 28 maggio il personale del Gruppo Fsi e quello di Trenord, incroceranno le braccia per 24 ore: dalle 21.01 del 28 maggio alle 20.59 del 29 maggio. Lo proclama l'organizzazione sindacale Usb Lavoro privato.

Il 29 maggio un altro sciopero vedrà lo stop delle attività per il personale delle società Trenitalia, Rfi, Ntv e Trenord per 21 ore: dalle 0.01 alle 20.59. Lo annunciano Orsa ferrovie; è escluso il personale Trenitalia divisione Cargo.

domenica 23 marzo 2014

Della Valle e il ministro Lupi: ''Moretti? Se vuole, se ne vada''

Dure risposte all'amministratore delegato di Ferrovie che difende il suo stipendio.
Non si arrestano le polemiche sulla campagna lanciata dall'amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, contro i tagli alle retribuzioni dei supermanager. E dopo le decise risposte di ieri da parte di politici e sindacalisti, oggi è la volta di un imprenditore come Della Valle, concorrente con Ntv delle Ferrovie e del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Entrambe le risposte sono sferzanti.
Della Valle: "Milioni di italiani sarebbero felici"
"Se Moretti avesse il coraggio e la dignità di andarsene, troverebbe milioni di Italiani pronti ad accompagnarlo a casa: sono tutti i viaggiatori costretti a viaggiare con tanti disagi sui treni delle ferrovie Italiane, costretti a subire ritardi ingiustificati, a viaggiare su treni vecchi, ad usare stazioni decrepite e poco sicure, senza nessun rispetto per la loro dignità. Spetta a loro, infatti, il diritto di giudicare come le Ferrovie dello Stato sono gestite": così afferma un concorrente di Moretti, il patron della Tod's e socio di Ntv Diego Della Valle (nella foto).
Per Della Valle "è ora di alzare il velo sulle Ferrovie dello Stato e su Moretti, per capire perché la politica è succube di questo signore".
Bisogna "fare chiarezza su tutti i rapporti che intercorrono fra le Ferrovie, Moretti e i politici che, tranne qualche rara eccezione, sono completamente appiattiti su di lui, permettendogli di fare tutto quello che vuole".
"Gente come Moretti deve essere mandata a casa"
Secondo il patron della Fiorentina "se vogliamo davvero cambiare l'Italia e riportare al centro dell'attenzione gli interessi ed i bisogni dei cittadini e non quelli delle vecchie corporazioni, gente come Moretti deve essere mandata a casa subito e con determinazione".
Infine - conclude Della Valle - "con chiarezza ed onestà, va fatto sapere ai cittadini quanto costa loro mantenere una società come le Ferrovie dello Stato e se è giusto pagare a Moretti lo stipendio che percepisce, a fronte dei servizi che fornisce a chi viaggia".
Il ministro Lupi: "Se vuole, lasci"
"Un tetto ci vuole, non c'è dubbio", avverte la leader della Cgil, Susanna Camusso, prendendo posizione nel dibattito sugli stipendi dei manager riacceso dal confronto a distanza tra l'ad delle Fs, Mauro Moretti, ed il premier Matteo Renzi (con l'amministratore delegato dlele Fs nella foto).
Per il governo al capo delle Ferrovie replica il responsabile dei Trasporti, Maurizio Lupi: "Se un manager ha voglia di andare via è libero di trovare sul mercato chi lo assume a uno stipendio maggiore".
Moretti è "un manager efficiente" - continua il ministro - ha "dimostrato di aver lavorato bene", ma "se il padrone, in questo caso lo Stato, decide che rispetto a quello stipendio bisogna dare un segnale anche nella direzione dei cittadini (perché circa 50 mila euro al mese non mi sembra che siano oggettivamente pochi), giustamente siamo in un mercato libero e credo che se Moretti ha altre offerte, se vuole andare alle Ferrovie tedesche, lo può fare tranquillamente"
La Camusso: "Aumentano solo gli stipendi dei manager"
Per la Cgil va data una risposta al fatto che "in questi anni sono progressivamente diminuite le retribuzioni dei lavoratori e si è alzato il valore delle retribuzioni degli alti manager": per Susanna Camusso bisogna "ricostruire una forbice più ragionevole partendo da un innalzamento dal basso".
Moretti non fa passi indietro: le notizie del 22 marzo
Mauro Moretti non fa neanche mezzo passo indietro, nella polemica sul taglio degli stipendi dei manager pubblici proposto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Intervistato da Antonella Baccaro per il numero del Corriere della sera oggi in edicola, l'amministratore delegato delle Ferrovie rilancia: "Cosa devo smentire? - si chiede polemicamente - Io guadagno meno di Santoro".
E la sua non è una polemica verso il famoso conduttore tv, ma verso la politica e il governo che sottovalutano, secondo lui, i suoi meriti di manager: "Prendo la metà del mio predecessore che ha lasciato 2 miliardi di perdite, mentre io le Ferrovie le ho riportate in utile: 450 milioni di utile". Per la cronaca il predecessore di Moretti, che non ne fa il nome, era Elio Catania.
Quanto ai profitti c'è chi dice che questo dipende della separazione dell'Alta velocità dal trasporto ordinario finanziato dallo Stato e dalle Regioni.
Niente di più falso, secondo Moretti perché "i contributi dello Stato per il regionale e il trasporto universale sono i più bassi d'Europa".
Ora si attende, tra le altre, la replica di Michele Santoro, al quale sembrerà strano di essere stato chiamato in causa dal capo di Ferrovie.
Il no pronunciato a Bologna: le notizie del 21 marzo
L’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti critica l’intenzione del governo di tagliare gli stipendi dei manager pubblici e minaccia di andarsene all’estero. E su Twitter la notizia viene accolta con favore e ironia.
"Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto", così Moretti ha risposto a un cronista che gli chiedeva della misura allo studio del governo Renzi.
“Guadagno solo 840.000 euro l’anno”
"Per il momento credo vogliano tagliare gli stipendi dei super-manager dello Stato io prendo 850mila euro l'anno e il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezza tanto. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all'italiana, un minimo per poter far sì che i manager bravi rimangano ad operare là dove ci sono imprese complicate e dove c'è del rischio ogni giorno da dover prendere", ha proseguito Moretti.
“I manager devono guadagnare più dei politici”
"In una impresa privata che fattura neanche un miliardo troverete che gli stipendi sono quattro volte quelli che vi ho detto. Ci sono forse dei casi da dover rivedere, ma la logica secondo cui uno che gestisce un'impresa che fattura quanto vi ho detto deve stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata. In Usa, in Germania, in Francia e in Italia il presidente della Repubblica prende molto meno di quanto prendono i manager di impresa: ci sono dinamiche diverse perché una cosa è stare sul mercato un'altra cosa è fare una scelta politica. Chi va a fare il ministro sa che deve rinunciare agli stipendi perché va a fare un'operazione politica, questa è una sua scelta personale. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto", ha ribadito.
Un coro unanime su Twitter: “Ma ciao”
La presa di posizione di Moretti, naturalmente, è subito diventata un argomento di discussione su Twitter. Il cui popolo ha accolto con favore – e ironia – la minaccia dell’ad di Fs di abbandonare l’Italia.
“Fosse vero, purtroppo solo chiacchiere”, scrive nonstop9981. “Non mi sembra una gran perdita”, ribadisce Gabriele Gattiglia. “Ammesso che ti prendano”, aggiunge hagakure. “Sto pregando”, twitta Quello. “E vattin”, suggerisce Pinuccio a Moretti. “Ma magari”, si augura Biagio Simonetta.
Breaking Friend invece se la prende col super stipendio dell’ad di Fs: “850.000 euro all’anno e si lamenta pure”. Gabriele Moroni, infine si limita a salutare Moretti: “Ciao”. 
Fonte: www.ilsalvagente.it

mercoledì 13 novembre 2013

UNA FERROVIA SEMPRE PIU’ PER RICCHI

ORSA Trasporti: l’utile dei treni ad Alta Velocità torna all’Alta Velocità. Che politica dei trasporti è?
“Allora è meglio dirle chiare le cose: del servizio ferroviario alla politica interessano solo le Frecce di Trenitalia e gli Italo di NTV. Tutti quelli che non se li possono permettere possono pure andare in auto, o a piedi se sprovvisti”.
Non può fare a meno di polemizzare il Segretario Generale di ORSA Trasporti, Alessandro Trevisan, nel mettere assieme le strabiche iniziative del Governo che stanno ulteriormente mettendo in difficoltà il servizio ferroviario pubblico e sociale in Italia.
L’ultima chicca arriva dal provvedimento - concordato con l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - con il quale si scontano del 15% i pedaggi per i treni AV che garantisce un risparmio di circa 70 milioni per Trenitalia e NTV e minori entrate di pari entità per RFI, Società detenuta al 100% dal Ministero del Tesoro.
Quindi minori entrate per lo Stato e guadagni per i privati.
“Si tagliano i treni Intercity perché i fondi per il cosiddetto servizio universale non si trovano. Si finge di incentivare il trasporto pubblico offrendo 550 milioni di € alle Regioni con i fondi della Legge di Stabilità.
La stessa Legge poi se li ripiglia in altro capitolo con un minor trasferimento alle Regioni per 560 milioni di €..
Ci riempiamo tutti la bocca sulla necessità di sostenere un trasporto merci compatibile con l’ambiente, riequilibrando il gap ferro-gomma, e poi si lasciano morire gli incentivi al trasporto dei tir sui treni.”.
Questa per l’ORSA è l’ennesima dimostrazione di latitanza delle Istituzioni, totalmente indifferenti  alla politica dei trasporti, ed un altro favore alla mobilità di “fascia alta” mentre nelle Regioni  bisogna tagliare i treni, chiudere le linee secondarie, ridurre i servizi nelle zone a minor domanda “Cosi per chi vive in montagna od in campagna il trasporto pubblico diverrà una chimera – chiosa Trevisan” .
Per l’ORSA, che aveva già contestato il taglio di 300 mil./€ alla Società di Infrastrutture per coprire il buco – IMU, quei fondi andavano rivolti a ben altri fini se veramente si vuole costruire un servizio ferroviario degno di un Paese Europeo.
Dal potenziamento e velocizzazione delle linee secondarie al miglioramento degli standard qualitativi dei servizi locali. Dal finanziamento del servizio universale al sostegno alle Imprese ferroviarie merci.
E pensare che in questo senso è stato emanato un decreto, il n.98 del 6.7.2011, che prevede al  contrario un sovrapprezzo per i pedaggi dell'alta velocità con cui sostenere il trasporto regionale e il servizio universale.
Ovviamente un provvedimento rimasto inattuato.
“A questo Paese non servono i proclami – afferma l’ORSA Trasporti – ma comportamenti coerenti. Proprio quelli che mancano quando si parla di trasporto pubblico.”
12 novembre 2013 - Segreteria Generale OR.S.A. - Trasporti 

lunedì 12 agosto 2013

Prezzi triplicati per chi in treno viaggia verso Sud

Roma. Prezzi triplicati per chi decide di andare in vacanza al Sud. Le Ferrovie dello Stato sfruttano l'esodo estivo per fare cassa. «Chi decide di sposarsi ad agosto in treno diretto nelle regioni del sud Italia, dovrà mettere in conto una stangata sulla spesa relativa ai biglietti ferroviari».
Lo denuncia il Codacons, che ha deciso di rivolgersi all'Antitrust dopo aver confrontato le tariffe ferroviarie di Trenitalia e di Ntv in vigore ieri con quelle applicate per gli stessi collegamenti nel mese di settembre, e aver scoperto che «una singola tratta arriva a costare più del triplo a seconda del periodo in cui decide di viaggiare».
Ad esempio, «per quanto riguarda Trenitalia, se si parte il 12 agosto da Roma diretti a Lamezia Terme, si spenderà per un Intercity tra i 48,50 e i 66 euro, mentre per un Frecciabianca mediamente tra 63 euro e 91 euro. Se però si sposta la data di partenza di un mese, al 12 settembre, la spesa cala sensibilmente: 19 euro per un Intercity e 19 o 29 euro per un Frecciabianca».
Stesso discorso per la tratta Roma-Salerno: su un Intercity si spende tra i 19
e i 28 euro ad agosto; 39 euro su un Frecciarossa; a settembre bastano 9 euro per un Intercity e 19 per un Frecciarossa.
«Non va meglio sul Frecciargento Roma-Lecce, dove il 12 agosto si spendono 66 euro contro i 49 euro del 12 settembre, o sull'Intercity Roma-Messina, per il quale occorre spendere 57,5 euro ad agosto e solo 28,80 euro a settembre», rivela il Codancos.
Simile la situazione sui treni Ntv: «Per il collegamento Roma-Salerno le tariffe partono da 32 euro ad agosto, per scendere a 18 euro a settembre».
«In considerazione delle partenze degli italiani verso le località del sud Italia - secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi - Trenitalia e Ntv avrebbero dovuto aumentare i posti a sedere a tariffa ridotta. Chi decide di spostarsi oggi in treno è soggetto a costi elevatissimi e a spendere in alcuni casi più del triplo rispetto ad altri periodi dell'anno. Per tale motivo abbiamo investito della questione l'Antritrust, affinché verifichi se vi siano distorsioni a danno degli utenti».

GIANCARLO COLOGGI -La Sicilia - Giovedì 08 Agosto 2013 I FATTI, pagina 11

giovedì 8 agosto 2013

Prezzi dei biglietti ferroviari che aumentano "più del triplo a seconda del periodo in cui si decide di viaggiare": a denunciarlo è il Codacons che ha già richiesto all'Antitrust di aprire un'indagine.

Prezzi dei biglietti ferroviari che aumentano "più del triplo a seconda del periodo in cui si decide di viaggiare": a denunciarlo è il Codacons che ha già richiesto all'Antitrust di aprire un'indagine.
Secondo l'associazione dei consumatori infatti "chi decide di spostarsi ad agosto in treno diretto nelle regioni del sud Italia, dovrà mettere in conto una stangata sulla spesa relativa ai biglietti ferroviari", affermazioni fatte dopo aver effettuato un confronto con i prezzi dei biglietti di Trenitalia e di Ntv (Nuovo Trasporto Viaggiatori, fondata da Luca Cordero di Montezemolo) e rilevando sostanziali differenze di spesa tra agosto e settembre.
Per esempio, secondo il Codacons, se si prende in considerazione la tratta Roma - Salerno, i prezzi di un biglietto Intercity (Trenitalia) nel mese di agosto sono maggiori di 10 o 20 euro rispetto a quelli di settembre, passando da 19/28 euro a 9 euro. Lo stesso discorso vale anche per i biglietti sempre di Trenitalia dei Frecciarossa, che nel mese di agosto arriva a costare 20 euro in più rispetto al prezzo stabilito per chi viaggia a settembre, da 39 euro a 19 euro.
Ma non solo questo esempio porta il Codacons a sostegno della denuncia:"per quanto riguarda Trenitalia, se si parte il 12 di agosto da Roma diretti a Lamezia Terme, si spenderà per un Intercity tra i 48,50 e i 66 euro, mentre per un Frecciabianca mediamente tra 63 euro e 91 euro. Se però si sposta la data di partenza di un mese, al 12 settembre, la spesa cala sensibilmente: 19 euro per un intercity e 19 o 29 euro per un Frecciabianca", continuando dicendo che "non va meglio sul Frecciargento Roma - Lecce, dove il 12 di agosto si spendono 66 euro contro i 49 euro del 12 settembre, o sull' Intercity Roma - Messina, per il quale occorre spendere 57,5 euro ad agosto e solo 28,80 euro a settembre".
Per quanto riguarda Italo, gioiellino della Ntv, un biglietto che copra la distanza tra Milano e Napoli il 12 di agosto costa in media tra i 78 e i 97 euro, diminuendo nella stessa data nel mese di settembre fino ai 50 euro, mentre "per il collegamento Roma - Salerno le tariffe partono da 32 euro ad agosto, per scendere a 18 euro a settembre".
Inoltre, sempre secondo i rilevamenti del Codacons, i posti riservati alle classi più economiche "magicamente" spariscono nei mesi estivi, mentre secondo il presidente dell'associazione dei consumatori Carlo Rienzi:"In considerazione delle partenze degli italiani verso le località del sud Italia, Trenitalia e Ntv avrebbero dovuto aumentare i posti a sedere a tariffa ridotta", concludendo:"abbiamo investito della questione l' Antitrust, affinché verifichi se vi siano distorsioni a danno degli utenti".
Di Luca Lampugnani | 07.08.2013 17:47 CEST

domenica 14 luglio 2013

Il governo sblocca l'iter. Via all'Autorità: più concorrenza e tutela dei consumatori

Roma. Entro i tempi della scadenza ultimativa (luglio, aveva promesso il ministro Lupi), il governo Letta sblocca con un gesto concreto l'iter della tanto attesa Autorità dei Trasporti, indicando una terna di nomi - Andrea Camanzi quale presidente, Barbara Marinali e Mario Valducci commissari - che dovranno ora essere confermati nell'iter parlamentare previsto per la nascita dell'Authority.
«Un tema fermo da molto tempo ma molto importante - ha detto il premier Enrico Letta - per regolare un settore sostanzialmente privo di autorità di regolazione». Il plauso al governo non si fa attendere, dai sindacati (Ugl, Fit Cisl che dice, ora si concretizzi) agli esponenti politici fino a Ntv. Soprattutto il primo operatore ferroviario privato dell'alta velocità, che vede tra i principali azionisti Della Valle e Montezemolo, parla di «tassello importante per consentire il pieno e corretto sviluppo della liberalizzazione del nostro sistema di trasporto».
Lo snodo principale è infatti quello ferroviario, insito nell'anomalia di un gestore dell'infrastruttura, Rfi del gruppo Ferrovie dello Stato, concorrente pubblico degli operatori privati sulla rete. Frequenti infatti le polemiche tra Fs e i privati sui temi della «finta» liberalizzazione. La non separazione delle due funzioni crea un gap che l'Authority dei Trasporti, garante terzo, dovrà ora superare. Anche le Fs plaudono, in quanto «garanzia per un sistema di regole uguali per tutti i player e permetterà di intervenire tra l'altro sul forte squilibrio tra le diverse modalità: un problema che ha ricadute sull'ambiente e sui costi sociali».
Critiche tuttavia arrivano dai consumatori che bacchettano l'esecutivo per non averli consultati prima di decidere. «Un atto importantissimo», dice il titolare delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi che sottolinea anche il profilo «di garanzia terza» dei componenti l'Autorità che dovrebbe dare un impulso a liberalizzare settori dominati da monopolisti sia nazionali che locali e «interviene a regolamentare settori fondamentali quali ferrovie, trasporto regionale e trasporto pubblico locale, dove l'Italia era indietro», ha detto Lupi. Contrario invece l'ex ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che reputa un errore «quando la politica delega». «Al di là del giudizio sulle persone, il criterio delle nomine segue ancora una volta vecchie logiche politiche - afferma Linda Lanzillotta (Scelta Civica) - Non si può passare senza soluzione di continuità dal Parlamento a una autorità che dovrebbe essere per sua natura indipendente».
Molteplici e strategici i compiti dell'Authority, innanzitutto «colmare il gap attualmente esistente nel sistema di regolazione dei servizi a rete»; inoltre dovrà assicurare tutela dei consumatori e utentia; regolare, promuovere lo sviluppo di condizioni concorrenziali nei diversi comparti; condizioni eque e non discriminatorie di accesso alle infrastrutture da parte dei soggetti che esercitano servizi di trasporto; adeguati livelli di efficienza e di qualità dei servizi; livelli tariffari equi.
Paola Barbetti 
La Sicilia - Sabato 13 Luglio 2013 I FATTI, pagina 7

lunedì 6 febbraio 2012

Liberalizzazione della rete ferroviaria: è scontro tra FS e NTV

Nei giorni dei grandi disagi per chi si è avventurato a viaggiare in treno, tra convogli bloccati per neve e treni soppressi o in ritardo cronico, sta passando in secondo piano una polemica tra le Ferrovie dello Stato e NTV- Nuovo Trasporto Viaggiatori, la nuova compagnia ferroviaria guidata da Luca di Montezemolo.
L’antefatto sta nella prima bozza del decreto liberalizzazioni del governo Monti, il cui articolo 41, intitolato “Unbundling nel trasporto ferroviario“, poneva le basi per lo scorporo della Rete ferroviaria dal Gruppo Ferrovie dello Stato italiano. La proposta prevedeva che le azioni della Rfi passassero al ministero dell’Economia, e che dopo il parere di un’Authority la gestione delle infrastrutture ferroviarie passasse a un altro soggetto, diventando indipendente dalle imprese operanti nel settore dei trasporti. Nella bozza definitiva del decreto, l’articolo era sparito, sostituito da un più tranquillizzante “Misure per il trasporto ferroviario”, anche a seguito delle vibranti proteste dell’AD di Trenitalia Mauro Moretti che non ci stava a vedere dimezzato il peso delle FS proprio alla vigilia del debutto della concorrente NTV, il cui primo treno, Italo, dovrebbe partire entro marzo.
Prima che la norma sparisse, l’Ufficio Studi di NTV aveva pubblicato una ricerca sul mercato europeo, da cui risultava che lo scorporo della rete ferroviaria avrebbe portato benefici e risparmi, come accaduto in Gran Bretagna.
Nel comunicato si sottolineava che la separazione della rete dai servizi ha prodotto effetti positivi, tanto che
“Per quanto riguarda la domanda, le performance ottenute sono le migliori d’Europa: con riferimento al periodo 1995-2010, l’aumento del traffico viaggiatori nel Regno Unito è stato dell’80%, a fronte di una media europea del 20% e di un andamento piatto in Italia”.
Il comunicato NTV è datato 19 gennaio. FS ha taciuto per alcuni giorni, per poi rispondere il 1 febbraio, proprio nel bel mezzo dell’emergenza maltempo. Nel comunicato (in pdf sul link), particolarmente polemico, FS afferma che i dati di NTV sono errati, e che, in particolare
“il sistema ferroviario inglese nel suo complesso (gestore di infrastruttura e imprese ferroviarie), costa alla collettività, per passeggero chilometro, più del doppio di quello italiano”.
La risposta di NTV non si è invece fatta attendere. A stretto giro di web, il 2 febbraio NTV ha ribadito la correttezza dei propri dati citando il bilancio del gestore britannico Network Rail limited, e mostrando come i costi generali siano più alti, ma a fronte di una circolazione maggiore di treni, e che all’aumento dei prezzi dei biglietti è corrisposto un aumento di traffico, merito – a detta di Ntv – della qualità della rete e della concorrenza. È evidente la volontà della compagnia privata di affermare che prezzi più alti sarebbero accettati anche dai viaggiatori italiani a fronte di una rete più efficiente. Resta da vedere se Fs risponderà, ma soprattutto se il governo Monti rispolvererà il progetto di scorporo.
Fonte: Polis Blog