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mercoledì 8 agosto 2012

Spariti i 1970 milioni di euro per il raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri

Desidero intervenire in relazione all’articolo di martedì 31 luglio dal titolo “Nessuno storno di fondi dalla Giampilieri-Fiumefreddo”
I soldi c’erano e ci sono sempre stati, ma nessuno li ha spesi e dal 2010 sono scomparsi da tutti i contratti di programma e quindi lo storno è evidente.
Di raddoppio e spostamento del tracciato ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, se ne parla ormai da oltre 20 anni, quando i tecnici delle ferrovie presentarono lo studio di massima che nel 1996 diventò progetto definitivo e fu inviato alla Regione, da allora tante parole, pochi o nulla i fatti concreti ad oggi. Per il completamento del raddoppio tra Fiumefreddo e Giampilieri, era stato stimato un costo di 1.200 miliardi delle vecchie lire, di cui 500 miliardi già disponibili fin dal Contratto di Programma 1994-2000. Nella seduta del 27 maggio 2005 il CIPE ha approvato il progetto preliminare. Il costo dell’opera è di 1.970 milioni di euro totalmente finanziato da Contratto di Programma di RFI e dal 2010 scomparso da tutti i Contratti di Programma Quadro. Il completamento del doppio binario tra Fiumefreddo e Giampilieri è necessario in primis per la messa in sicurezza del tracciato esistente e successivamente per liberare i territori rivieraschi da quella cintura ferroviaria che ne ha procrastinato lo sviluppo turistico e commerciale. L’Accordo di Programma Quadro, stipulato il 5 ottobre 2001, tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Siciliana, le Ferrovie dello Stato S.p.A. era finalizzato a realizzare il potenziamento del trasporto ferroviario nella Regione Siciliana, che costituisce un elemento indispensabile per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale e per contribuire al riequilibrio territoriale. Lentezze burocratiche, incapacità di trovare un accordo, conflitti di competenza, sono aspetti che hanno caratterizzato la pratica quotidiana del passato che per questo non è certo rivelatrice di risultati positivi, compreso lo storno dei 1.970 milioni di euro già finanziati dal 2005. Non è giusto che ci siano due Italie, quella del Nord dove, anche con i nostri soldi, vengono incentivate e potenziate tutte le tratte per i collegamenti fra le più grandi città, e l’altra quella del Sud dove esiste un solo binario per collegare le province siciliane, e una parte di questo ancora non elettrificato. Non è solo un problema di incentivazione e potenziamento delle linee ferrate ma è anche la condizione in cui migliaia di viaggiatori sono costretti a viaggiare. Occorre essere attenti e vigili alle problematiche ed alle condizioni del trasporto pubblico in Sicilia, specie in quello ferroviario, perché solo così potremmo finalmente far uscire definitivamente la Sicilia da quella gogna di arretratezza che la caratterizza da molti anni per le disattenzioni della sua classe politica.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

venerdì 28 agosto 2009

Infrastrutture ed alta velocità in Sicilia, nemmeno l'ombra

Dopo la prima inaugurazione della Frecciarossa a Milano nel dicembre scorso, l’amministratore delegato di Trenitalia M.Moretti, si appresta anche a dicembre di quest’anno ad inaugurare a Torino, la nuova linea ad alta velocità Torino-Salerno avvicinando così le grandi città Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli-Salerno e mettendo in questo modo a disposizione di queste grandi città, una specie di metropolitana veloce lunga oltre mille chilometri, considerato che da Roma Termini a Milano ci vorranno tre ore, da Rogoredo a Roma Tiburtina 2 ore e 50.Mentre in Italia avviene tutto questo, la Sicilia, i siciliani e la politica siciliana stanno a guardare.Considerato che le nostre ferrovie risalgono al 1800 e che per percorrere Palermo-Messina 232 km occorre impiegare almeno 5 ore e 30, da Messina-Siracusa 182 km quasi 4 ore, da Catania-Palermo 243 km oltre 6 ore.Disattenzioni, errori, scarso interesse da addebitare, certamente ad una classe politica siciliana, regionale e nazionale, che non ha fatto nulla per far realizzare infrastrutture importanti per far decollare lo sviluppo economico-sociale della Sicilia, almeno per cercare di ridurre l’enorme divario infrastrutturale tra nord e sud. Alcuni esempi: il raddoppio ferroviario Messina-Palermo (legge obiettivo) a che punto è, e da quanti anni è in costruzione, e quando si pensa di finirlo? Il completamento del raddoppio ferroviario Messina-Catania-Siracusa nel tratto Fiumefreddo di Sicilia (CT)-Giampileri (ME) e targia-Siracusa che da otre vent’anni se ne parla ma ad oggi è ancora incompleto, e la cosa grave è che sono scomparsi i 1970 milioni di euro previsti nel contratto di programma quadro per il completamento.Nel panorama ferroviario nazionale la Regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati sulle linee rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009).I siciliani, anch’essi cittadini italiani sono costretti a subire da troppo tempo le conseguenze di questi ritardi infrastrutturali ed è compito dei nostri rappresentanti politici siciliani (comunali, provinciali, regionali e nazionali) rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, così come recita l’art. 3 della Costituzione Italiana. Non vorremmo che le infrastrutture di cui i Siciliani e la Sicilia aspettano da quarant’anni, viaggiassero solo sui binari delle varie campagne elettorali.Giosuè Malaponti - CoordinatoreCOMITATO PENDOLARI SICILIANI

mercoledì 12 agosto 2009

Infrastrutture: La Sicilia penalizzata dalla Politica

Desideriamo portare a conoscenza dell’opinione pubblica che oltre ai proclami e ai fiumi di inchiostro la politica regionale non è veramente interessata allo sviluppo infrastrutturale e al reale miglioramento del trasporto ferroviario siciliano. Prova ne è che nonostante i proclami dei due assessori regionali ai trasporti l’uscente on. Bufardeci e l’entrante on. Strano, svolta epocale per il trasporto ferroviario in Sicilia di un mese fa, ed in considerazione del fatto che dei 130 milioni che lo Stato deve girare alla Regione per il miglioramento delle condizioni di trasporto ferroviario, non c’è neanche l’ombra. E ancora, che devono essere trasferite dal Governo alla Regione le competenze in materia di trasporto pubblico previste dal Decreto Legislativo 422 del 1997. Per non parlare dei 1970 milioni di euro previsti per il completamento del raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri, che dal 2008 sono scomparsi dai vari contratti di programma(CPQ) e dagli accordi di programma quadro(APQ). Mentre alla Sicilia il ministro ai trasporti Matteoli, concedeva finalmente una tranche dei tanti agognati fondi FAS nelle altre regioni del nord finanziava nuovi fondi (3,2 miliardi di euro) per la realizzazione e/o il miglioramento di nuove infrastrutture ferroviarie e stradali.
Giosuè MalapontiCoordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

giovedì 16 luglio 2009

I Pendolari Siciliani sul Contratto di Servizio... questo illustre sconosciuto

I Pendolari Siciliani sul Contratto di Servizio... questo illustre sconosciuto
È pendolare, giocoforza, chi per motivi di lavoro, studio o altro ha deciso di utilizzare il mezzo pubblico “treno” ecologico per eccellenza. Su e giù dai treni ogni giorno della settimana, se ne fa un'esperienza invidiabile. E se all'inizio il pendolare sopportava ritardi, vagoni freddi, guasti a porte di salita e discesa, e quant’altro, da un po’ di tempo invece è subentrata la rabbia ed infine la voglia di denuncia. Così, la maggior parte dei pendolari italiani, si è schierata contro i disservizi delle Ferrovie dello Stato. Nelle cronache di questi ultimi mesi, si nota, la battaglia intrapresa in tutt’Italia dal mondo del pendolarismo, per la maggior parte regolari abbonati che usano il treno quotidianamente per spostamenti dettati da ragioni di studio o di lavoro. Tutti i pendolari delle varie regioni avranno certamente firmato petizioni nelle quali si chiede a Trenitalia e Rfi una "maggior tutela, correttezza ed attenzione nei confronti dei viaggiatori stanchi dei ripetuti ritardi, delle continue soppressioni di treni, di un servizio carente, di un comfort inesistente e di una scarsa o inesistente manutenzione che procura disagi alla gente, per la mancata climatizzazione delle carrozze, oppure perché bisogna viaggiare in piedi, e che in molte occasioni procura danni, per la perdita di coincidenze a causa dei continui ritardi con il conseguente arrivo in ritardo nei luoghi di studio o di lavoro. E’ ora che le Ferrovie riconoscano la possibilità del rimborso qualora il treno ritardi e quando, invece, si tratta di ritardi cronici invitiamo la direzione di Trenitalia a voler monitorare le cause, di fare la voce grossa con Rfi che gestisce il movimento dei treni, e se è il caso di modificare l'orario, in modo tale che i passeggeri siano messi nella condizione di scegliere un'eventuale alternativa.
Una denuncia va fatta nei confronti dei nostri rappresentanti politici regionali e nazionali, di entrambi gli schieramenti, che non hanno sino ad oggi portato avanti una politica efficiente ed efficace in materia di trasporto pubblico e di infrastrutture nelle sedi romane del Parlamento. Da oltre quarant’anni si parla di migliorare le principali infrastrutture viarie e ferroviarie siciliane, ma come ogni anno vengono fatti i vari proclami sulle testate dei quotidiani siciliani dandoci il ben servito su opere che la politica certamente non vuole portare avanti visti i risultati di un Italia a due o più velocità.
Nel panorama ferroviario nazionale la regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009).
Desidero fare presente, al Direttore Generale dei Trasporti, avv. Giovanni Lo Bue, che della materia ferroviaria, ormai sappiamo quasi tutto quello che c'è da sapere e che occorre dare e fare una attenta ed adeguata programmazione dei servizi ferroviari nell’ambito di ciascuna provincia. Si rende necessario, tra l’altro, realizzare degli investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, allo stato attuale, troppo vetusto. Se l’obiettivo del governo regionale è siglare l'accordo in tempi brevissimi”, così come ha dichiarato il Vicepresidente della Regione siciliana e Assessore ai Trasporti, Avv. Giambattista Bufardeci, l’obiettivo per noi pendolari è quello di essere parte attiva in uno strumento che ci vede allo stesso tempo protagonisti e maggiori fruitori, poiché non avrebbe sicuramente senso la definizione di uno strumento così importante, se lo stesso, verrebbe realizzato solamente da chi deve vendere un servizio e da chi invece lo deve acquistare nell’interesse di tutti i siciliani che da anni lo attendono. Per questi motivi ritengo doveroso ed opportuno che l'offerta di trasporto prevista nel Contratto di Servizio prima della stesura finale e della definitiva approvazione, venga sottoposta ai rappresentanti dei comitati dei pendolari siciliani, per l’apporto che gli stessi potranno dare alla realizzazione di uno strumento che potrebbe essere, per la prima volta, a misura del pendolare e perché no di tutti i siciliani. E' opportuno che il dipartimento trasporti regionale, la direzione territoriale di Trenitalia e i Comitati Pendolari, ognuno per la propria parte di competenza concorrano alla realizzazione dello strumento di trasporto, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di garanzie dei servizi pubblici, e della qualità degli stessi che è regolata da:
Artt. 3 e 16 della Costituzione italiana;
Art. 8 Trattato di Maastricht;
D.P.C.M. 27 gennaio 1994 recante "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici";
Art. 2 del decreto-legge 12 maggio 1995, n. 163 convertito in legge 11 luglio 1995, n. 273 recante "Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e per il miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni";
D.P.C.M. 19 maggio 1995 che individua i settori di erogazione dei servizi pubblici per l'emanazione degli schemi generali di riferimento;
D.P.C.M.30 gennaio 1997;
D.P.C.M. 30 dicembre 1998 recante "Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta dei servizi pubblici del settore trasporti";
Se da una parte la normativa vigente ci da l'opportunità di intervenire e di partecipare alla realizzazione di un servizio pubblico, qual'è il Contratto di Servizio, dall'altra non si capisce perchè, né la figura preposta alla realizzazione di tale strumento, quella del direttore generale, che sta portando avanti le trattative con Trenitalia, non abbia ancora chiamato al tavolo della concertazione i vari Comitati Pendolari Siciliani; né la figura politica dell'assessore regionale ai trasporti, ha ritenuto opportuno dare voce ai vari comitati, in considerazione del fatto che nelle altre regioni italiane, gli assessori regionali, si sono seduti attorno ad un tavolo ed assieme ai pendolari, hanno pianificato l'offerta di trasporto rendendola quanto più possibile a misura dell'utenza.
Non vorremmo trovarci di fronte ad un nuovo strumento che, anziché migliorare le condizioni di trasporto, renda ancor di più difficile la vita a noi pendolari ed ai Siciliani.
Non è possibile che si spendano soldi pubblici e parliamo di 130 milioni di euro l'anno, senza sentire cosa hanno da proporre i maggiori fruitori, quali i pendolari, del trasporto ferroviario. Non è possibile che in Sicilia i nostri rappresentanti politici cavalchino sempre e solo la politica del fare, e del fare a tutti i costi e non la "Politica del Saper fare".
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

venerdì 6 marzo 2009

S.Teresa di Riva, Savoca e Furci Siculo continuano a bloccare il raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri

Tre comuni del messinese (S.Teresa di Riva-Savoca-Furci Siculo) continuano a bloccare il progetto del raddoppio ferroviario Fiumefreddo di Sicilia (CT)–Giampilieri (ME)
Non è possibile che dal 1982 ad oggi, il progetto del raddoppio ferroviario Fiumefreddo di Sicilia – Giampilieri, debba essere continuamente bloccato, da parte dei comuni della fascia ionica messinese, per ultimi i tre comuni di Santa Teresa di Riva, Savoca e Furci Siculo, che creano problemi al progetto definitivo di Rete Ferroviaria Italiana, chiedendo lo spostamento del tracciato. Non è possibile che queste tre Amministrazioni Comunali condannino lo sviluppo della mobilità dell’intera fascia ionica.
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI ME-CT-SR
http://www.comitatopendolari.it/