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lunedì 24 giugno 2013

Il raddoppio ferroviario se serve va fatto

Vabbè che una cordata di architetti che ritenta puntualmente la scalata all'Ordine, nel programma elettorale, per essere in sintonia con il Governo e il trend nazionale, ha evitato perfino il termine " opere pubbliche" (e a chi gliele facciamo fare, le opere pubbliche, ai marziani?! O ai soliti noti?!) ma sulla ferrovia all'interno di Catania bisogna essere chiari: uopira pubblica iè. E c'è nel carniere un miliardo di euro.
Ora io credo che il sindaco Bianco, con cui l'anno scorso (il 23 giugno per l'esattezza, e c'era anche Stancanelli) abbiamo fatto il trenino di protesta contro Rfi attorno a Castello Ursino, debba fare un ragionamento spietato: se questo raddoppio ferroviario serve realmente a Catania e alla Sicilia, va fatto spostando tutto a monte di Catania, stazione compresa. Un miliardo (e altre risorse possono esser chieste come compensazione per la mancata realizzazione del Ponte) è la cifra disponibile, ed è atta allo scopo. Se non serve a Catania e alla Sicilia dacchè i treni viaggiano ormai vuoti, lo si metta a dormire e si pensi ad altro. Chiunque guardi i due tracciati - quello di Rfi e quello ‘alternativo' (pubblicati per l'ennesima volta su La Sicilia di oggi 19 giugno) si rende conto che entrambi sconquassano la città perforandola inutilmente e semiseppellendo la stazione ferroviaria (sogni vetero - modernisti...) non risolvendo il grave problema della curvatura dei binari e condannando la città a avere un rapporto sempre più nevrotico col mare.
Naturalmente, la stazione a monte si lega con l'altra importantissima storia della Tav (dico Tav, non treni a velocità light) del ! collegamento con Palermo. Siamo sempre lì: o è necessario unire la quinta e la nona città d'Italia - e in tal caso serve una direttissima per poterla percorrere almeno a 250kmh- o è meglio metterla a dormire. Dice un proverbio siciliano che "u signuri cci manna i viscotta a ccu non ci havi denti": quegli encomiabili connazionali della Val di Susa non vogliono sentir parlare di Tav perchè sconvolgerebbe un territorio fittamente antropizzato, delicatissimo, e noi, che al centro della Sicilia abbiamo argille che franano e territori abbandonati da est a ovest, non cogliamo l'occasione per farla qui, la Tav. Se vivesse Carlo Cattaneo.
Per non parlare della grande e modernissima stazione ferroviaria che, nel caso andasse in porto quanto da anni sostengo, potrebbe nascere a Librino... Senza bisogno di sotterrarla.
Ivan Castrogiovanni Architetto

La Sicilia - Sabato 22 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33 

giovedì 20 giugno 2013

Nodo Rfi, Bianco incontrerà l'assessore Bartolotta

Il no della città al progetto di raddoppio ferroviario
Enzo Bianco, neosindaco di Catania, rassicura i cittadini, la sovrintendenza e le associazioni e gli ordini degli Ingegneri e degli Architetti: il progetto di Rete ferrovie italiane per il «raddoppio ferroviario» da piazza Europa alla stazione di Acquicella, che prevedeva pesanti interventi su una parte del centro storico, «è stato definitivamente abbandonato». Lo ha detto ieri rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del giuramento dei primi cinque assessori della sua Giunta.
«Opereremo con la massima velocità - ha assicurato Enzo Bianco - e già nei prossimi giorni, dopo averlo sentito e aver registrato la sua grande disponibilità, vedrò l'assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta per un incontro operativo sulla variante del progetto di raddoppio ferroviario Zurria-Acquicella nel tratto Stazione- Acquicella che evita pesanti interventi su una parte del centro storico». A scanso di equivoci, il sindaco ha ribadito che considera il raddoppio ferroviario «un'opera importantissima che darà lavoro e sviluppo alla città», ma non al prezzo della distruzione di palazzi settecenteschi che sorgono su aree archeologiche importanti. Ha poi ricordato come, nelle scorse settimane, il presidente della Regione Rosario Crocetta ha più volte affermato che il problema sarebbe stato risolto in tempi brevi.

Il progetto alternativo prevede la realizzazione del! doppio binario in galleria da piazza Europa fino ad Acquicella, interrando di 9 metri l'attuale stazione e seguendo il percorso fino al porto, sotto lo specchio di mare davanti alla Capitaneria per poi sbucare sulla terraferma a San Cristoforo, area costruita sopra la colata lavica del 1669, un terreno che, dunque, non conserva alcuna preesistenza archeologica. E ancora in galleria il doppio binario dovrebbe correre fino alla stazione di Acquicella evitando così di distruggere antichi palazzi, di devastare aree archeologiche, di scempiare il prospetto della città Barocca sugli archi della marina. Il progetto costa 116 milioni in più, ma è una spesa a tutela della città, un onere aggiuntivo dovuto ad un territorio che deve ospitare quest'opera per ripiego, visto che è stato valutato troppo costoso e rischioso realizzare il percorso da Messina a Palermo
P. L.
La Sicilia - Mercoledì 19 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 24 

mercoledì 19 giugno 2013

Bianco blocchi il progetto. Inviti i responsabili regionali

Il 15 luglio è una tappa fondamentale nella lotta di tutta la città contro la proposta di raddoppio ferroviario di Rete ferrovie italiane (Rfi). A quella data Rfi dovrà presentare la valutazione comparata delle due proposte, la propria, quella contestata perché devasterebbe il nostro centro storico e la costa, e quella elaborata dall'ufficio del piano regolatore del! Comune e condivisa dalla sovrintendenza, dagli ordini degli Architetti e degli Ingegneri, dall'Ance, dalle associazioni ambientaliste e culturali catanesi e adesso da tutti i club services di città. La comparazione non potrà essere soltanto economica perché è acclarato che l'ipotesi voluta da tutta la cittadinanza è più costosa ed incide per 130 milioni in più. Il problema, dunque, va affrontato in termini più ampi e complessi.
Ricordiamo che la proposta di Rfi prevede l'interramento dell'attuale stazione centrale che dovrebbe essere realizzata a nove metri di profondità rispetto alla quota attuale. Da qui poi il doppio binario dovrebbe risalire sugli Archi della Marina attraverso una sorta di rampa parallela al «passiatore» che ne deturperebbe l'affaccio sul mare. Per limitare il forte impatto acustico, poi, sul viadotto è prevista la realizzazione di una calotta di plexiglas alta sette metri che scempierebbe il prospetto della città barocca cancellando dalla vista le! splendide facciate a mare di palazzo Biscari e dell'Arcivescovado. Poi, all'altezza delle pescheria il raddoppio dell'attuale binario unico implica lo sventramento di una parte preziosa della città romana e di quella ricostruita dopo l'eruzione del 1669 e il terremoto del 1693. E cioè piazza Currò, a ridosso delle terme romane dell'Indirizzo, mentre lungo via Zurria salterebbe un'altra parte delle mura di Carlo V e interi palazzi della città antica e così pure a ridosso di piazza Federico di Svevia dove è altamente probabile che gli scavi intercettino resti archeologici. Infine, all'arrivo alla stazione di Acquicella sarebbero rasi al suolo interi isolati. Una devastazione, una ferita ai progetti di valorizzazione del «fronte mare» e alla tutela della città Barocca dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. L'ennesima imposizione alla città che già nell'Ottocento si era opposta al progetto di realizzazione della ferrovia lungo la costa.
La proposta dell'ufficio del piano regolatore, sostenuta all'unanimità da tutta la cittadinanza, prevede, invece, il totale interramento della ferrovia che dalla stazione centrale dovrebbe correre sottoterra lungo il fronte del porto, davanti alla Capitaneria, e procedere fino ad intercettare le lave del 1669 nell'area di San Cristoforo dove, a quelle quote, è certo che non si troverà alcun resto archeologico, e da lì continuare fino ad Acquicella.
Il 15 luglio la valutazione comparata dei due progetti sarà presentata all'assessore regionale alle Infrastrutture Nino Bartolotta in vista della tappa cruciale del 31 ottobre quando la cabina di regia del Cis (il «Comitato interministeriale tecnico» della Presidenza del Consiglio deputato ad occuparsi delle grandi opere) deciderà il da farsi. Per questo sabato scorso i rappresentanti di tutti i club services e di Libera si sono incontrati con la sovrintendente Vera Greco nella chiesa di San Francesco Borgia per confermare la comune determinazione ad evitare lo scempio del nostro centro storico. Di qui la richiesta al neosindaco Bianco di fare propria questa battaglia già sostenuta ! da Stancanelli e di invitare a Catania, prima del 15 luglio, una deputazione dell'Ars perché chi dovrà decidere guardi con i propri occhi cosa significherebbe attuare il progetto che Rfi vorrebbe imporre. Nel febbraio scorso una delegazione catanese guidata dalla sovrintendente mostrò all'assessore Bartolotta un power point che mostrava gli effetti di questi eventuali lavori, ma verificare sul posto ha tutto un altro impatto. Il presidente della Regione Crocetta ha firmato l'accordo con lo Stato relativamente a tutto il corridoio europeo Messina-Palermo che in origine sarebbe dovuto passare lungo la dorsale tirrenica, soluzione poi scartata per la precarietà dei suoli e per gli alti costi. Di qui il ripiegamento sul percorso Catania-Palermo. Un'opera enorme per una spesa di oltre 2.000 miliardi, rispetto alla quale i 132 milioni in più necessari per la variante proposta dall'ufficio del piano sono un costo accettabile.
Rete ferrovie italiane sostiene di disporre subito ! soltanto di 116 milioni dei 500 assegnati dal Cipe per il raddoppio ferroviario di Catania e che con questa somma può realizzare soltanto il tratto Zurria-Acquicella, riservandosi di fare in un secondo momento quello Europa-Zurria. L'ipotesi alternativa, invece, presuppone che tutta l'opera sia portata avanti contestualmente e non spezzettata in due tratte una delle quali peraltro, l'interramento della stazione, potrebbe saltare del tutto dal momento che in questo tratto il doppio binario c'è già. Così Catania subirebbe oltre al danno le beffe. Per questo la sovrintendenza, le associazioni, gli ordini e i club services chiedono all'amministrazione Bianco di prendere posizione subito e di convincere la Regione perché la questione è tutta politica.
Pinella Leocata

La Sicilia - Lunedì 17 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33