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lunedì 18 maggio 2015

Una interrogazione al ministro delle infrastrutture sui numerosi incarichi del presidente di Rete Ferroviaria Italiana

Roma. Non sono fin troppi e in potenziale conflitto fra loro gli impegnativi incarichi ricoperti dal professore Dario Lo Bosco? Lo Bosco, che in passato è stato pure presidente dell'autorità portuale di Messina, infatti, oggi è, contemporaneamente...

martedì 23 luglio 2013

Il caro tariffe. La compagnia di bandiera rafforza il suo monopolio e mantiene prezzi altissimi

Ma l'Alitalia non vive senza la Sicilia.
Catania. Il monopolio Alitalia aumenta la pressione. Blue Panorama è in situazione di concordato preventivo e questo di conseguenza allarga la potenza di fuoco di quella che chiamiamo ancora la compagnia di bandiera. Blue Panorama nonostante la precaria situazione in cui si trova continua a volare come può, con pesanti ritardi, nella speranza di poter fare cassa nei mesi estivi nel mentre i creditori attendono. Ha pure ordinato dei nuovi 737. Ci auguriamo che riesca a proseguire l'attività perché prima era una compagnia affidabile e a prezzi ragionevoli, una buona alternativa all'Alitalia.
Ho dato ieri un'occhiata alle tariffe, e siamo sempre lì, non è cambiato nulla. Nonostante la nostra campagna contro l'Alitalia che mette le mani nelle tasche dei siciliani, se domani vuoi andata e ritorno Catania-Roma-Catania ti costa 381 euro, con i diritti di agenzia vai a 400 euro. E queste sono tariffe capestro sullo stesso piano di tanti anni addietro quando Alitalia strangolava i passeggeri. Sostanzialmente siamo tornati indietro di vent'anni, quando non c'erano ancora le low cost. E' chiaro che stiamo parlando di tariffe che riguardano voli presi all'ultimo momento, diciamo «last minute», quando non hai tempo di programmarti, e che pure dovrebbero essere quelli a più basso costo.
Fa poi rabbia che il Roma-Milano costa appena 51 euro, anche se capisci che questo è dovuto al fatto che su quella tratta le compagnie aeree hanno la fortissima concorrenza dei treni veloci delle Ferrovie dello Stato e di Ntv di Montezemolo-Della Valle. La Sicilia paga due volte la sua marginalità geografica, e la pagherà ancora a lungo perché nessuno vuole mettere mano alla Tav da Salerno in giù e al Ponte sullo Stretto. Almeno avessimo lo sconto del 30% come i sardi in base alla continuità territoriale che per noi non vale perché attraversiamo lo Stretto a piedi dietro Mosè.
Vorremmo che il presidente Crocetta e gli altri assessori interessati si occupassero delle tariffe aeree che frenano anche il comparto turistico. Secondo una statistica di Confesercenti, solo il 13% dei turisti scende al Sud. Questi dati mi sembrano un po' fasulli perché Taormina, Siracusa, Noto sono affollate persino di indonesiani, i nuovi ricchi, ma certo le tariffe troppo alte non agevolano l'arrivo in Sicilia.
Il fatto è che bisogna rovesciare il ragionamento: è vero che la Sicilia ha bisogno di Alitalia, ma è altrettanto vero che Alitalia ha bisogno della Sicilia. Se non avesse gli slot su Fontanarossa e su Punta Raisi fallirebbe in sei mesi. Questo non lo vuole nessuno, anche se porta la responsabilità di avere dato l'ultima spinta per far cadere nel vuoto Wind Jet, unica compagnia siciliana in campo. Quindi non è affatto vero che l'Alitalia abbia il coltello dalla parte del manico, ce l'ha pure la Sicilia, solo che non lo sa usare, o che ancora non ha voluto usarlo. Qualcuno dice: ma se Ryanair e Easy Jet fanno volare a basso prezzo e dominano il mercato a loro piacimento perché non gli apriamo le porte? Non è così facile, il gioco può riuscire solo con gli aeroporti minori, perché soprattutto Ryanair vuole essere pagata dalle società che gestiscono gli aeroporti, e la Sac di Fontanarossa (-7 milioni e passa, soprattutto per la Katane che fa l'handling) e la Gesap di Punta Raisi stanno in rosso, non profondo, ma sempre rosso è. Ci sarà da spiegarlo a Crocetta il quale dice: «Ma io vedo i nostri aeroporti sempre affollati e poi mi dicono che ci sono difficoltà di bilancio. Non capisco». Nemmeno noi.
Tony Zermo La Sicilia - Domenica 21 Luglio 2013 I FATTI, pagina 10

lunedì 15 luglio 2013

Crocetta: scardinare il monopolio Alitalia. Sotto accusa le tariffe dell’Alitalia per i collegamenti con la Sicilia.

«Ci vuole una compagnia di bandiera siciliana: ci sono contatti».
La gestione degli scali sia autosufficiente «Incontrerò i dirigenti della compagnia di bandiera. Se non si convincono sarò costretto a porre il problema al governo nazionale»
E' una battaglia quasi disperata, questa contro il caro tariffe Alitalia. Fornisco l'ultimo dato: venerdì scorso tutti i voli Roma-Catania non prenotati in anticipo costavano da 390 a 408 euro. Un collega per risparmiare ha preso Blue Panorama a 189 euro, ma è partito con due ore e mezzo di ritardo. C'è anche il fatto che dopo le 21,30 non ci sono più voli Alitalia in una tratta così affollata come Roma-Catania, ma lasciamo perdere.
Siamo con le mani legate, è Alitalia che comanda e si è appropriata del mercato siciliano, il più fruttuoso, che compensa le perdite secche da Napoli in su per la concorrenza della Tav. Ma noi siciliani dobbiamo sopportare tutto questo solo perché non vola più l'unica compagnia siciliana, la Wind Jet, che nei dieci e passa anni in cui è stata in campo calmierava i prezzi di Alitalia e compagnia cantante?
Lo chiediamo al presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Abbiamo fatto con Enzo Bianco un incontro a Roma con Alitalia per aumentare le rotte internazionali e siamo rimasti che poi sarebbero venuti loro in Sicilia. E li aspetto a pie' fermo perché dobbiamo parlare delle tariffe insopportabili per i cinque milioni di siciliani. Possiamo ricorrere anche al governo di Roma perché c'è un problema di continuità territoriale, essendo la Sicilia un'isola, una regione lontana dal centro-nord, e fa sacrifici pesantissimi di cui dovranno rendersi conto non solo i dirigenti Alitalia, ma anche il ministro dei Trasporti e pure la nuova Authoriy dei trasporti che sta per insediarsi a breve. Insomma, c'è la questione sul tappeto e non possono fare finta di niente. La Sicilia non è una colonia. Tra l'altro abbiamo un servizio ferroviario tra i peggiori del mondo e l'autostrada da Villa San Giovanni per il Nord ancora a metà».
Fino all'anno scorso c'era la catanese Wind Jet che faceva prezzi abbordabili e costringeva le altre compagnie a fare altrettanto. Oggi i siciliani sono in stato di necessità e debbono pagare tariffe assurde, bere o affogare.
«Purtroppo Wind Jet non c'è più, ho preso contatti per vedere se c'è la possibilità di una ripresa. La chiusura di Wind Jet ha fatto danni non solo in Sicilia, ad esempio la Repubblica di San Marino c'è rimasta male perché avevano quel volo molto utile su Forlì. Il problema è che da un lato c'è il monopolio di Alitalia e dall'altro se noi cerchiamo di scardinare questo monopolio intervenendo magari a sostegno di una compagnia di bandiera siciliana l'Unione europea ci dice che sarebbe un aiuto di Stato. Quando andrò a trattare a Roma con il governo, e lo farò presto, porrò queste questioni. E comunque non ritengo chiuso il capitolo che riguarda Wind Jet, per me non è affatto chiuso, più passa il tempo e più mi rendo conto della necessità della Sicilia di avere una sua compagnia aerea». (Una società mista come suggeriva Vito Riggio anche per piccoli aeroporti come Lampedusa e Pantelleria?).
Il problema non riguarda soltanto i siciliani, ma anche quanti debbono venire in Sicilia o per vacanze o per lavoro. Il caso di Sam Marino è emblematico.
«E' veramente incredibile il fatto che oggi abbiamo in Sicilia un grande ventaglio di strutture ricettive, dagli alberghi ai B&B, agli agroturismo con prezzi convenienti, il turista può anche affittarsi la casa per un mese, due mesi, e per contro il costo dell'aereo è superiore a quello della vacanza. Il problema è arrivarci in Sicilia, la politica che sta facendo Alitalia è una politica che danneggia troppo pesantemente la Sicilia, su questo dobbiamo essere molto, ma molto chiari. Se il governo non è pronto a cancellare queste storture, noi abbiamo il dovere di intervenire sul mercato per calmierarlo. Con l'assenza di Wind Jet si è venuto a creare un monopolio intollerabile che come sempre non guarda agli interessi della Sicilia».
Se vengono meno turisti sono penalizzati anche gli aeroporti.
«Una cosa che mi sorprende è che vedo gli aeroporti sempre affollati, ma poi i bilanci sono in sofferenza. Ma come mai può succedere? Il fatto è che poi le società di gestione chiedono soldi ai Comuni, alle Province e alla Regione».
Per quello che mi risulta la Sac di Fontanarossa ha il bilancio attivo e per quanto riguarda Comiso stiamo aspettando che parta.
«Non voglio scendere in particolari. Ma prendiamo il caso di Trapani, che ha bisogno di risorse perché dicono che Ryanair è costosa. Ma a Trapani ci sono tre milioni di passeggeri, basterebbe aumentare di un euro o al massimo di due e già la società di gestione pareggia, anzi ci guadagna. Perché non lo fanno? Nessuno rinuncerebbe al viaggio in Sicilia per un euro in più. La gestione degli aeroporti dev'essere autosufficiente, troppo facile bussare alla Regione, altrimenti si privatizza con un bando di gara internazionale. Questo è bene che si sappia».
Non crediate che sia facile risolvere la questione perché in effetti Alitalia è un boccone troppo grosso e ha bisogno di tamponare il deficit sfruttando lo stato di necessità dei sicilia. D'altro canto l'Unione europea non consente quelli che definisce aiuti di Stato e Crocetta non ha la bacchetta magica. E allora? Ci sono solo due strade: o il governo ci riconosce la continuità territoriale come per la Sardegna i cui cittadini hanno il 30% di sconto sui voli, oppure Crocetta riesce nell'impresa di resuscitare una compagnia di bandiera siciliana. Ma occorre fare presto.
Tony Zermo - La Sicilia - Domenica 14 Luglio 2013 I FATTI, pagina 6